
Tuttavia la dieta macrobiotica è considerata duttile, adattabile ai bisogni e alle possibilità di ognuno senza fanatismi. È molto diverso vivere al nord o al sud ed è ancora diverso se siamo nella stagione invernale o in quella estiva. La macrobiotica considera importante la stagionalità e il tipo di energia di ogni cibo ed è inoltre molto importante anche il tipo di cottura.
Una cottura lunga è riscaldante quindi più adeguata alla stagione fredda. Una “cottura” senza l’uso del fuoco, come potrebbe essere rappresentata dagli insalatini, è più adatta alla stagione calda. Se gli insalatini rimangono molto tempo sotto sale (yanghizzazione), come i crauti, diventano adatti anche alla stagione fredda.
È molto relativo il metodo rappresentato dalla macrobiotica. Sono poche ma importanti le regole che anche la scienza sta confermando e avvalorando proponendo interessanti spiegazioni. In macrobiotica non si mangia perché un prodotto contiene un componente utile a un solo aspetto della nostra salute. In macrobiotica si tiene conto del tutto.
Se avete un disturbo in uno degli organi non sarà solo quell’organo o quel sistema a soffrire, ma lo sarà il vostro corpo, la vostra mente e il vostro spirito. Per comporre un piatto macrobiotico si preparerà quindi un cereale integrale, un po’ di verdura poche proteine e un po’ di alghe. Il tutto dovrà avere un PH molto vicino a quello del nostro sangue, Ecco perché i pomodori, troppo acidi, sono sconsigliati. E occorrerò rispettare la stagionalità come il riso lungo in estate, il riso corto in inverno, il mais e l’orzo nella stagione calda, il grano saracenella nella stagione fredda.

Proteine di diversa provenienza. Ogni tipo di proteina necessita di particolari enzimi che vengono attivati in particolari condizioni di acidità. Assumendo proteine di diversa natura (ad esempio carne e formaggio, uova e carne, uova e formaggio) si rallenta la digestione di entrambe. Particolarmente deleteria l’associazione di carne e latticini: la caseina del latte tende a inglobare le proteine della carne rendendola indigeribile e dando luogo a fenomeni putrefattivi.
Zuccheri e amidi o zuccheri e proteine. Le proteine e gli amidi vengono digeriti nello stomaco mentre gli zuccheri semplici nell’intestino. Se assunti insieme, gli zuccheri permangono nello stomaco il tempo necessario a smaltire gli amidi o le proteine, dando luogo a fermentazioni che ostacolano a loro volta la digestione di amidi e proteine. Quindi è bene limitare l’abitudine del dolce a fine pasto.
Vino o birra e amidi. Il vino e la birra sono sostanze che aumentano l’acidità e quindi rallentano la digestione degli amidi, che necessitano di un ambiente alcalino. È bene quindi limitare l’assunzione di queste bevande ai pasti prevalentemente proteici, soprattutto quelli a base di carne e pesce.
Grassi cotti con alimenti proteici. I grassi sono gli alimenti più difficoltosi da digerire e quindi rallentano maggiormente la digestione degli altri nutrienti. La quantità totale di grassi in una dieta equilibrata (cioè con una quantità di grassi non superiore al 40%) è automaticamente limitata grazie al vincolo del sovrappeso. I grassi cotti, contenuti nei fritti, nelle carni grasse cotte, ma anche negli alimenti alla cui base c’è un soffritto, rallentano la digestione più di quelli crudi e quando associati a proteine ne determinano una lunga permanenza nell’intestino favorendone la putrefazione. Nei pasti a base di sole proteine e grassi cotti, è bene aggiungere molta verdura cruda, per limitare i danni causati dalla putrefazione delle proteine.
Proteine con amidi. Quando si ingerisce la carne c’è una precoce secrezione di succo fortemente acido nello stomaco che provoca un’inefficienza nella digestione degli amidi. Se a questa regola associamo quella che consiglia di evitare zuccheri e amidi, non si possono più associare carboidrati e proteine e la dieta diventa dissociata. Volendo ottimizzare al massimo la digestione, bisognerebbe evitare di associare carboidrati e proteine.
Frutta con amidi e proteine. La frutta contiene acidi e quindi interferisce con la digestione degli amidi. Inoltre, la frutta contiene zuccheri e questi non vanno bene insieme alle proteine.
Alimenti acidi con amidi o proteine. Cibi e bevande acide e cioè aceto, limone, succhi di frutta, frutta acida (mele, pere, agrumi), bevande zuccherate e acidule, non andrebbero assunti con gli amidi poiché questi hanno bisogno di un ambiente alcalino; ma nemmeno con le proteine perché inibiscono la secrezione acida.
Naturalmente ogni modello alimentare ha le sue pecche e questo non è da meno. Infatti l’errore della teoria delle combinazioni alimentari è quello di considerare l’evento nutrizionale fondamentalmente imperniato sul momento della digestione e di individuare associazioni corrette o scorrette sulla base del livello di digeribilità che le varie combinazioni esprimono.

E poi per concludere ricordate che la prima digestione avviene in bocca e che i cereali hanno bisogno di essere ben masticati. A tutti voi buoni pasti e vi auguro di mangiare sempre prodotti freschi e semplici così come ce li fornisce la natura con meno interventi possibili da parte dell’industria.
Margherita Buggero
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