Così con la voce possiamo cambiare la nostra vita

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Così con la voce possiamo cambiare la nostra vita

Sono una coppia. Nico è un biologo. Elaisa è un chimico. Proprio in questo territorio così razionale, nell’insondabile, hanno scoperto la strada che conduce ad altre dimensioni del vivere. Nico ed Elaisa sono compagni di vita e nel loro lavoro e nel loro canto riecheggia l’incontro del maschile e del femminile. Anche quest’anno alla Vacanza Mare di Tra Terra e Cielo proporranno un percorso di ricerca sulla vocalità per imparare a comunicare meglio il proprio mondo a chi ci sta vicino. Tutti, spiegano, abbiamo un potere nascosto. Dal 2007 conducono il workshop Dare Corpo alla Voce, anche partecipando a festival di musica e danza tradizionale. Lo scopo è la diffusione del canto come pratica sociale anziché di esibizione da palcoscenico.

Cosa significa dare corpo alla voce?
«Le parole sono la mente. La voce vive e si nutre nell’inconscio. Quello del respiro sospeso, delle frasi sussurrate, del rauco che viene dal nodo in gola, dalle filastrocche da bambini, dalle memorie dolci delle ninna nanne. E tutto si manifesta nel tempio vivo del corpo, strumento sonante e risuonante. La libertà del suono del nostro essere bambini sprofonda sotto il peso delle parole e delle convenzioni che crescendo ci isolano e irrigidiscono il corpo».

Così ritrovare il piacere di ridere, sospirare, imitare suoni e voci, respirare in mille modi fa riemergere la nostra voce…
«Proprio così: le braccia, le gambe e le mani ritrovano la loro dimensione comunicativa. I suoni di canti tradizionali, in lingue sconosciute, con i loro buffi e acrobatici fonemi, ci riportano alla gioia della scoperta della nostra voce. Nel cerchio la nostra si unisce a quella degli altri, per rincorrersi, sostenersi, creare armonie. E così ci sentiamo più liberi. Di essere. Di incontrare. Di far parte del tutto».

Svolgete questa attività come professione o come amatori?
«Il canto e la voce non sono per noi un lavoro. Sono la nostra passione. Questo implica il mantenere sempre una certa distanza, che nutre la passione stessa e nello stesso tempo la rende libera dal bisogno materiale. In questa passione c’è un’indole amorosa».

Quali sono gli altri vostri interessi?
«Nella vita si intrecciano gli interessi e i mondi di ciascuno: il bisogno di vivere in modo naturale la dimensione del cibo, dell’impronta che lasciamo sul pianeta, della traccia che trasferiamo in chi incontriamo».

Cosa vi ha condotto qui?
«Il nostro percorso con la voce nasce con le danze tradizionali. Abbiamo studiato e danzato per anni musiche che pur nella loro alterità sembravano così familiari e ci toccavano profondamente. Così abbiamo iniziato a cantarle, a cercare il loro significato rituale e sociale. È iniziata la scoperta di questo incredibile mondo che conduce dall’altro a se stesso».

E poi?
«La voce ha avuto una “messa a punto” con lo studio della musica antica e di canti tradizionali di diversi paesi con tanti insegnanti e cantori a cui siamo grati. Qualcuno lo faceva per lavoro, altri cantavano perché era nel loro modo di essere. Un segno profondo lo hanno lasciato quei migranti con i quali abbiamo condiviso insieme ai canti, amicizia, tisane e una maggiore comprensione di altri mondi, da cui abbiamo tanto da recuperare del rapporto interpersonale. Fondamentale, per la capacità di fornire un approccio rispettoso, del proprio corpo e dei canti, è stato l’incontro con Germana Giannini e Imke Mc Murtrie. Un incontro che rinnova nel tempo».

La vostra attività viene proposta in una situazione di vacanza. Perché un ospite dovrebbe seguirla invece di stare sulla spiaggia o, appunto, “fare vacanza”?
«Perché seguire un’attività come la nostra in vacanza? Perché la vacanza è libertà e non solo ozio. La vacanza è fatta per nutrire di quei cibi che la vita quotidiana con la sua innaturalità ci sottrae: lo spazio mentale per lasciare andare il pensiero e la fantasia, la cura del corpo per risvegliarlo della mortificazione della sedentarietà, lo spazio per dare vita alla curiosità della scoperta, la libertà di scegliere volta per volta tra il mare, la spiaggia, la passeggiata o il canto».

Come e quando avete conosciuto Tra Terra e Cielo?
«Attraverso amici e riviste abbiamo conosciuto il nome. Attraverso l’attività di cooperatori ne abbiamo apprezzato la pratica. L’idea di una vacanza con persone che condividono con te alcuni valori fondamentali è una grande ricchezza. Ricordiamo con ansia alcune vacanze fatte in luoghi che sembravano la ripetizione al peggio della nostra quotidianità. Ci piace l’idea dell’incontro e ci gratifica vedere tra i partecipanti alle nostre attività persone così ricche di esperienze. Con loro è sempre bello approfondire, aggiungere nuovi punti di vista, scoprire nuove possibilità. Forse si intuisce il nostro desiderio di incontrarvi e reincontrarvi. A presto».

commenta: redazione@traterraecielo.it

 

RIFERIMENTI:

 La Vacanza Mare 2015 di Tra Terra e Cielo

Tra Terra e Cielo
Tra Terra e Cielo
Abbiamo la convinzione che il cambiamento del pianeta nasca all’interno di ognuno di noi, dall’attenzione che poniamo al cibo che scegliamo, dalla qualità delle relazioni che intratteniamo con il mondo esterno e con noi stessi/e, dal tipo di benessere che ci doniamo.

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