Donne che amano gli animali: asini, puledre, cani camminatori

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Donne che amano gli animali: asini, puledre, cani camminatori

Donne che trovano negli animali il loro miglior amico. Un asino insegnante, una puledra da domare, un cane camminatore o un cane che riscalda sterno e cuore. Sono i racconti di vita vera a illuminare il rapporto di amore ed esaltare la sensibilità e l’intelligenza degli animali. Quelli che diventano improvvisamente meno agitati e invadenti perché il padrone, a sua insaputa, sta male. Il corpo cambia, l’amico animale lo sente e inizia a comportarsi con delicatezza. Un duetto di voci che si fonde armonicamente senza solisti. Due vite che si compenetrano nei piccoli gesti quotidiani e nelle più complesse strategie relazionali. Storie che sono una fotografia per ricordare un pezzo di vita da trascorrere insieme. Storie e segreti di animali e delle loro padrone. Anzi, delle loro amiche.

Lucia Pignatelli è un’asiniera. Meglio: una bibliotecaria a dorso d’asino: ogni mattina riempie di libri le ceste del basto del suo Serafino e gira per le strade della provincia di Milano a mo’ di biblioteca ambulante. Lui, il maestro Serafino, due orecchie lunghe e quattro zampe forti, offre libri da leggere, ma niente banchi e zero castighi. Li abbiamo conosciuti questa estate quando ci siamo commossi per la scomparsa nel nulla di Serafino nella campagna di Teramo. Per 30 interminabili ore si erano perse le sue tracce.

Le lettere di Lucia hanno fatto il giro del web, scuotendo le membra e il cuore dei più impassibili: “Mio caro dolce Serafino dove ti hanno portato? Come stai? Dove sei? Dove ti hanno portato questi farabutti? È terribile pensare di vivere senza sapere dove sei e come stai“. Serafino è adesso di nuovo in forma e si gode razioni supplementari di balle di fieno. Ripensando a quelle 30 ore, a Lucia piace credere «che i ladri si siano commossi di fronte alla grande mobilitazione» di amici e sconosciuti alla ricerca del suo migliore amico. Adesso «cerchiamo di vivere la normalità, ma il trauma è stato forte e ancora mi sveglio di soprassalto nella notte». La vicenda ha sollevato un bel po’ di domande intorno agli asini. Quasi tutte ruotano intorno allo stesso concetto: a che serve un asino oggi? Lucia è serafica: «Noi sappiamo la risposta, e anche chi ci segue».

Elisa Bozzi, lunghi capelli castani, esile come un giunco, grandi occhi espressivi e con addosso la selvaggia vivacità di un falco in primavera, ha montato il suo primo puledro a sette anni. Adesso che è diventata una giovane adulta capita che si addormenti di notte in compagnia dei suoi cinque cavalli. Con la più piccola ha un rapporto speciale: «Domarla è una sfida ancora in corso». Con la sua associazione “Il cavallo Enquiso” propone escursioni a cavallo, lezioni di equitazione, trekking e laboratori. «Con loro c’è uno scambio – puntualizza Elisa –: noi proponiamo una vita sana e felice e loro ci offrono la loro compagnia e ci insegnano tantissimo». Qualcosa in cui evidentemente possono riuscire solo loro: «La capacità di farmi vedere più in là degli scarponi». Il loro è un rapporto d’amore: «Il cavallo è la mia guida e il mio compagno, a volte fragile, a volte incredibilmente forte, che mi fa provare cose altrimenti nascoste a noi umani».

Federica Amaducci è una guida ambientale Vie dei Canti, gestisce con Matteo un rifugio in montagna e nei suoi viaggi a piedi si fa ora accompagnare da Cuenca. «Ho avuto la fortuna di avere avuto genitori che mi hanno fatto conoscere il piacere di camminare. Passo dopo passo e anno dopo anno questo amore è diventato così grande da avermi spinto a intraprendere grandi viaggi. Adesso la montagna e il cammino sono diventati esigenze irrinunciabili», ancora più piacevoli quando è in compagnia della nuova arrivata. Nelle sue escursioni all’isola del Giglio, organizzate tutte gli anni a novembre, il nome di Cuenca è il primo nella lista degli iscritti. Nelle strutture in cui alloggia con il gruppo dei viaggiatori è la benvenuta mentre ai camminatori bastano poche ore per eleggerla a loro beniamina e mascotte.

Anche Enrica Bianchetti, 64 anni, di cui oltre la metà trascorsi tra radio e televisione, ha sempre amato gli animali. Per quasi 13 anni ha scelto di vivere in campagna, alle porte di Roma. Tra ulivi e piante di frutto, le facevano compagnia le galline, il gallo, le oche, quattro papere e due tacchini americani, «alti alti». Un’arca di Noè in formato domestico. Lasciava gli animali liberi per tutto il giorno. Quando il sole calava, da soli, se ne andavano tutti a dormire, chi nel pollaio e chi nelle casette. Ma con lei rimaneva un jack russell. Un cucciolo piccolissimo che una volta messi comodi sul divano si appoggiava allo sterno. Provava una grande tenerezza, sentiva come un calore e pensava: «Finché ci sarà lui, io non avrà più freddo al cuore».


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