
Pensando alla tua infanzia ritrovi qualcosa che ti ha aiutato in questo tuo percorso professionale?

Ricordi qualcuno tra i tuoi professori?

Allora cos’hai fatto?
«A me interessa creare con un fine e trasmettere messaggi a chi fruisce dell’opera, ad esempio inizialmente nel Carnevale. Ho imparato a fare personaggi in cartapesta negli hangar della Cittadella dove i carristi mi hanno insegnato molto e ho lavorato diversi anni con loro».
Qui però state raccontando storie e insegnando ai bambini a costruire personaggi e diorami…

E’ così che sei passata al settore della sartoria e costumi?

Com’è andata?
«Nel 2009 è stato bandito il concorso sul lusso umile e ho realizzato due abiti con stoffa e cartapesta la motivazione era che il riciclo per eccellenza nella città di Viareggio era la carta trasformata. Ho vinto il concorso dell’anno con il titolo "L’arte e la moda nei tempi". Avevo scelto gli egiziani: mi piaceva l’idea di immaginare come Cleopatra si sarebbe vestire oggi tenendo vivo lo stile del tempo».
Complimenti, come sei riuscita a trasformare questo tuo talento in un’impresa?

Che consiglio daresti a una ragazza o ragazzo che volessero mettersi in proprio?
«Un consiglio che potrei dare a un giovane è quello di non chiudersi in categorie prefissate. Oggi la società corre molto veloce, ora siamo una cosa tra due mesi chissà… ricercare intorno a noi per scoprire ciò di cui la gente e l’ambiente hanno veramente bisogno nel rispetto del benessere e… cucirlo con un pezzetto dei nostri sogni».
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