Alla scoperta del cammino franco-provenzale

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Alla scoperta del cammino franco-provenzale

(Pubblichiamo di seguito la seconda intervista realizzata dalla guida ambientale Maurizio Barbagallo nell’ambito della collaborazione fra Chambra d’òc e Le Vie dei Canti per la scoperta dell’area franco-provenzale da Aosta a Susa. Al viaggio a piedi dal 20 al 26 agosto ci sarà la giovane Teresa Geninatti. Leggi qui l’intervista a Ines Cavalcanti di Chambra d’òc).  
di Maurizio Barbagallo 

Teresa, dove sei nata?
Sono nata a Torino“.
 
Dove vivi?
Da quando sono sposata vivo in Valle (Valli di Lanzo), ma dormo a Torino: siccome mi occupo di lingua e cultura francoprovenzale trascorro la gran parte della giornata in valle, ma la sera torno a Torino, per poi tornare su il mattino dopo… sono una pendolare al contrario“.
 
Dove sono le tue radici?
In valle, in montagna“.
 
Riesci a sintetizzare in poche righe cosa vuol dire appartenere alla cultura francoprovenzale?
Il francoprovenzale è una lingua, anzi, meglio, è un insieme di parlate, anche diverse tra loro. Perciò per me non è tanto una questione di cultura francoprovenzale, quanto un appartenere a una minoranza linguistica e per me è una responsabilità: la scommessa sul suo futuro dipende da me, mi coinvolge in prima persona. Basti pensare che su tre fratelli e cinque cugini, sono l’unica in famiglia, tra i giovani, a parlare francoprovenzale. In questo mi sento responsabile, nel sentirmi investita di una ricca eredità millenaria ed essere nella condizione di dover scegliere se lasciarla morire o trasmetterla in tutti i modi possibili“.
 
Quando hai iniziato a occuparti di lingua e cultura francoprovenzale?
Devo fare una premessa. Il francoprovenzale è la lingua materna di tutta la mia famiglia paterna, è viva ed è comunemente parlata da nonni e zii. Perciò sono stata immersa in questo contesto linguistico da sempre, tanto che da bambina parlottavo francoprovenzale. Poi con le scuole medie a Torino, la frequentazione della valle nei fine settimana e durante le vacanze… il mio interesse per la lingua si è inconsapevolmente affievolito, lasciando il posto all’italiano e a due lingue europee. Poi un giorno, ero già grande, verso la fine dell’università, ho avuto un’illuminazione: mio papà era al telefono con la nonna e passando ho colto i brandelli di una conversazione… nella mia mente si è accesa la punta di una domanda:  “Ma quando la nonna non ci sarà più, il mio papà con chi parlerà la sua lingua materna? Voglio davvero lasciare che il suo mondo interiore venga meno?” Così, in tutta risposta, ho ricominciato a parlare francoprovenzale (parlare una lingua materna è un po’ come andare in bicicletta, non si dimentica mai!), nel frattempo ho frequentato un master sulla lingua e cultura delle minoranze linguistiche storiche del Piemonte, per specializzarmi. Da allora… non riesco più a smettere!“.
 
Quali sono i più importanti progetti che hai sviluppato in questo ambito?
Ho avuto la fortuna di collaborare a diversi progetti regionali e provinciali, nonché con la Comunità montana Valli di Lanzo e l’Istituto Comprensivo di Ceres. Sicuramente i progetti dei quali sono più orgogliosa sono da un lato l’aver partecipato a “Lou Tsamìn Francoprouvénsal”, dall’altro la collaborazione con la scuola e la cartellonistica stradale in doppia lingua (realizzata con Chambra d’òc), visto che era un progetto che avevo creato da parecchio tempo e si è potuto realizzare con la collaborazione di Chambra“.
 
Quali sono i progetti che stai sviluppando  attualmente e quelli futuri?
Lavorando con Chambra d’òc non ci si annoia di certo! In questo momento stiamo lavorando alla creazione di uno spazio linguistico francoprovenzale: sul sito di Chambra d’Oc, nella sezione dedicata alla rete degli enti, è possibile trovare numerose testimonianze linguistiche, attraverso la raccolta di testi scritti in lingua sia attraverso filmati volti a testimoniare, aldilà degli specifici contenuti, l’utilizzo della lingua, il suo uso quotidiano, le scelte linguistiche dei locutori. Sono presenti inoltre i frutti delle attività svolte, negli anni, dagli Sportelli Linguistici“.
 
Come sono cambiati i rapporti con le istituzioni alla luce dei tagli adottati dai governi alla cultura?
Più che altro come è cambiato il nostro lavoro e come cambierà il lavoro in seguito ai tagli… Purtroppo a oggi non è possibile fare progetti articolati: ogni attività si riduce ad un exploit che però non prevede una continuità sul territorio nel tempo, rimanendo così occasionale e circoscritto. E per il futuro le tinte sono fosche, spero tanto che si potranno realizzare ancora progetti… altrimenti rischierà di andare sprecato non solo il lavoro di anni, ma anche anni di finanziamenti“.
 
Accompagno gruppi in Val Maira dal 2005 e ho visto una notevole crescita dell’interesse dei camminatori verso questi luoghi e sulla cultura e lingua occitana, tu pensi che il modello turistico ambientale della  Val Maira se esiste un modello, sia replicabile anche in altre realtà alpine come ad esempio le valli di lingua francoprovenzale?
Da anni sostengo che sia necessario creare un circolo virtuoso tra particolarità linguistiche, bellezze artistiche, meraviglie naturalistiche e paesaggistiche e prelibatezze gastronomiche… nemo profeta in patria“.
 
(Durante la Festa del Camminare, a Vicopisano (PI), dal 23 al 25 marzo, nella giornata di domenica Maurizio presenterà con l’ausilio di alcuni video realizzati da Chambra d’òc i suoi viaggi in Piemonte).

Tra Terra e Cielo
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Abbiamo la convinzione che il cambiamento del pianeta nasca all’interno di ognuno di noi, dall’attenzione che poniamo al cibo che scegliamo, dalla qualità delle relazioni che intratteniamo con il mondo esterno e con noi stessi/e, dal tipo di benessere che ci doniamo.

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